Anche questo mese stanno per arrivare le mestruazioni. Anche questo mese dimentichi che stanno per arrivare le mestruazioni.

Non capisci, non subito, cosa ti sta accadendo. All’inizio pensi che ecco, la tua fine è vicina: stai impazzendo. Cerchi su Google i sintomi dell’esaurimento nervoso: ce l’hai. Poi quelli della depressione: ce l’hai. Attacchi di panico: ce li hai. Per non parlare delle malattie: sintomo dopo sintomo, ricerca dopo ricerca, ti rendi conto di avere tutte le malattie create dall’onnipotente e la diagnosi è solo una: stai morendo.

Ma il grande paradosso è che mentre si insinua questa idea di morte imminente, sei animata da una strana frenesia. Improvvisamente hai voglia di pulire casa, di mettere ordine negli armadi, fra le mensole, qualsiasi cosa tu faccia non sei mai contenta del risultato. Hai voglia di tagliarti i capelli, se sei molto saggia vai dal parrucchiere per poi pentirtene qualche ora dopo, se sei abbastanza idiota te li tagli da sola e piangi, piangi moltissimo perché li hai tagliati tutti storti e sembri un quadro di Picasso.

Qualsiasi cosa indossi ti sta male. Stai malissimo truccata, stai malissimo struccata. Ti senti bruttissima ma hai voglia di fare sesso, ma se fai sesso non ti senti a tuo agio perché ti senti bruttissima.

E ti ripeti, come un mantra, sto impazzendo sto morendo.

Ma ecco che l’illuminazione sorge improvvisa: no, è solo la sindrome premestruale.

Sindrome premestruale è quella cosa che ti fa mangiare una coppa di gelato e subito dopo un pacchetto di Fonzies. È quella cosa che ti fa sentire in colpa per aver mangiato il gelato e le Fonzies ma che poi ti fa gridare “Ma vaffanculo tutti, io me lo merito!”. È quella cosa che ti fa piangere per tutte quelle cose per cui non piangeresti mai, ti fa odiare tutte le persone al mondo e specialmente quelle che per strada camminano troppo piano ma non abbastanza per superarle. Mai amore e odio sono stati così vicini come durante la sindrome premestruale, mai tenerezza e fastidio così saldamente uniti.

Come si sopravvive alla sindrome premestruale?

  1. Rendersi conto, intanto, che si tratta della sindrome premestruale. Non c’è una malattia in corso, non stai morendo. Se non te ne ricordi mettiti una sveglia sul cellulare che alle 12 di ogni giorno ti ricordi che hai la sindrome premestruale.
  2. In tempi antichi e tutt’oggi in certe popolazioni, quando le donne entravano nella fase premestruale preferivano ritirarsi in un luogo lontano da tutto e da tutti, un posto silenzioso e confortevole dove poter stare sole, a contatto con le proprie emozioni. Il dover per forza interagire con altri esseri umani ti nega il diritto di provare sentimenti negativi, fondamentali alla tua sopravvivenza; se ai giorni nostri è difficile ritirarsi nei Carpazi per lasciare le energie libere di rivelarsi, potresti scegliere un posto nella tua casa in cui chiuderti senza permettere a nessuno di entrare, almeno per qualche ora. Sbarazzati anche di telefono, computer, tv, radio e altri apparecchi che ti mettono in  contatto con l’esterno. Buona idea invece è armarsi di penne, fogli, colori: scrivere, dipingere, creare qualcosa con le mani ti aiuterà ad abbandonarti e a fluire.
  3. Se qualcuno osa farti presente che sei molto nervosa, rispondigli di sì, che è vero, senza perderci troppo tempo. In fase premestruale è davvero inutile farla lunga e ti innervosisci ancora di più.
  4. Ovviamente in quei giorni non prendere appuntamenti di nessun tipo.
  5. L’idea della morte, di per sé, non è poi così sbagliata: in effetti il tuo corpo si sta preparando a un cambiamento, si volge verso la rinascita che ogni mese ti rende sempre nuova. Quindi accogli questa piccola morte, non ostacolarla. Se i ventotto giorni di ciclo fossero la vita di una donna, la sindrome premestruale rappresenta la terza età. Nel primo giorno di ciclo stai nascendo (stai male il primo giorno, perché lasci il grembo, ti fa tutto paura), poi diventi una radiosa bambina, quindi una ragazza, infine una donna consapevole e saggia, per ritornare di nuovo vecchia. Un ciclo, è il caso di dirlo, infinito.
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