È stata un’estate gloriosa per lo sport italiano in cui i nostri atleti hanno dimostrato che, con i giochi seri, ci sanno fare. Partite e match giocati fino all’ultimo respiro, tifosi disposti a contagiarsi pur di esultare e festeggiare, nuove figure eroiche e semi divine pronte a guadagnarsi gli scranni più alti. Eppure i protagonisti non sono stati loro, che hanno vinto o arrivati vicinissimi alla vittoria (come il tennista Berrettini), né noi che abbiamo condiviso l’ansia e la gioia: il trionfo è stato quello delle mamme. 

Durante l’incontro fra Berrettini e Djokovic si è vista la madre dell’italiano somministrare a sé stessa e al figlio minore qualche goccia di Rescue Remedy, noto rimedio naturale contro l’ansia brevettato dal dr. Bach, famosissimo per i suoi fiori. Subito dopo aver esultato con i compagni di squadra per la vittoria, alcuni campioni azzurri hanno preso il telefonino e chiamato la mamma a casa: “Ehi Sira, chiama mamma” si legge dal labiale di Chiesa, mentre Florenzi mostra la medaglia alla telecamera urlando “Mamma guarda!!”. 

Mio figlio ha quasi due anni. Da quando è nato non faccio che ripetergli bravo. Bravo! Bravissimo! Come sei bravo! Bravo amore della mamma, sei troppo bravo. Bravo a disegnare i tuoi pastrocchi su un foglio A4, bravo quando ti metti male le scarpe ma comunque ci hai provato, bravo quando mangi tre pennette e ne rimangono altre settanta, ma almeno tre le hai mangiate. Bravo! Ingenuamente ho pensato di andare avanti così per i prossimi due, massimo tre anni, ma a guardare questi ragazzi pieni di muscoli e coraggio, ho avuto la certezza che non andrà come nei miei piani. Non vorrei crescere un narcisista che pensa di essere migliore di tutti, ma una persona che abbia fiducia nelle proprie risorse e sappia veicolare nel modo più corretto i propri talenti. L’equilibrio è molto difficile da raggiungere, e infatti molti genitori soprattutto di qualche generazione precedente, hanno preferito non accarezzare i figli con i complimenti, che altrimenti si viziano. Quando poco tempo fa ho fatto sapere a mia madre che quel giorno stava uscendo un mio nuovo libro, la sua risposta è stata: “E cosa vorresti che dicessi? Brava?”. Magari, sì, grazie, sarebbe bello. I genitori sono tutto ciò che i figli piccoli vorrebbero essere: sono grandi, fanno cose pericolose e interessanti, sono forti e se la cavano in ogni situazione. Ricevere complimenti da questi supereroi e supereroine è una delle cose che rende più felici e più soddisfatti. Non lo dico solo io, lo dice tata Lucia, aka Lucia Rizzi, pedagogista famosa in tv che spiega a genitori in crisi come trattare i figli difficili. Dandogli fiducia, innanzitutto, e la fiducia si conquista facendo sentire i figli capaci senza idolatrarli troppo, ma facendoli sentire normali. Sono infatti le persone normali a essere più felici, a raggiungere i risultati migliori, a sentirsi realizzate anche con poco e la normalità si raggiunge con iniezioni di affetto costante e sincero, con esultanze quando tuo figlio vince una gara e con parole di conforto quando ne perde una. Per questo diremo sempre bravo, bravo, bravissimo, e lo diremo anche ai mariti, alle mogli, ai fidanzati e alle fidanzate: bravi, tutti bravi, ti stimo per quello che fai, sono contenta per quello che hai realizzato, ammiro il tuo lavoro. Per tutta la vita toccherà ai genitori dire ai figli quanto sono stati capaci, per tutta la vita i figli faranno di tutto per rendere orgogliose le persone che lo amano, ricambiate. 

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