1938. Biancaneve sogna il principe, lo confessa al pozzo, agli animali, ai nani: non lo sceglie, viene scelta da lui mentre dorme. Magari nemmeno le piace, vai a saperlo. Biancaneve non sceglie niente, non è padrona neanche della propria sopravvivenza: è il cacciatore che sceglie di non ucciderla, sono i nani che le danno un letto e del cibo. Dominata dalla paura, si lascia agire. Ha il viso dolce di chi è nata per accogliere e confortare, tondo come vuole la moda dell’epoca, quando si doveva chiarire che la fame della depressione era superata e la gente aveva finalmente da mangiare, era in carne, florida, sana. Una donna adatta a fare figli. 

1950. Cenerentola sogna una vita migliore e per ottenerla deve sposarsi, perché da sola non le riesce tanto bene. È una donna imprigionata dalle incombenze quotidiane, dalla ripetizione esausta dei giorni. Non è tanto interessata al principe, quanto alla possibilità di liberarsi dalla matrigna e dalle sorellastre. In pratica vuole liberarsi, ma solo sposandosi riesce a rompere le catene. Mai come in quegli anni le casalinghe hanno dominato la scena: il boom economico, la conseguente invenzione degli elettrodomestici e il crescente consumo le hanno messe al centro dell’interesse. Non sociale né culturale, ma economico. La casalinga va idolatrata e sostenuta solo in quanto consumatrice. 

1959. Anche La bella addormentata sogna moltissimo, a un certo punto incontra nel bosco uno che le piace; caso vuole che sia lo stesso capace di sconfiggere la foresta di rovi e salvarla dal sonno eterno. Aurora ha quindi scelto e la sua scelta è stata premiata. Eppure da sola non riesce a dominare la propria vita: ha sempre bisogno di quel bacio che la svegli dal sonno eterno. Diversa da Biancaneve perché lei ha scelto, ma comunque soggetto che non agisce. Potrebbe essere paragonata alle segretarie che dagli anni 50 hanno soddisfatto i desideri e i bisogni dei loro capi e grazie ai quali hanno avuto la possibilità di risvegliarsi dal torpore della vita casalinga e accedere a un mondo che le vede più dinamiche e attive. 

Per ben due decenni, la Walt Disney Pictures decide di non raccontare storie di donne, di principesse. Sono anni in cui hanno la meglio i topi (“Bianca e Bernie”, “Basil l’investigatopo”), i cani e i gatti (“Red e Toby nemiciamici”, “Gli Aristogatti”), perché gli animali non facevano la rivoluzione, le donne avevano appena cominciato. Difficile collocarle, difficile capire dove stessero andando e cosa fossero diventate nel frattempo: dove erano finite Biancaneve, Cenerentola, quelle donne dal viso ovale sempre pronte a dire sì? Bisognava ripensare tutto e adeguarsi ai tempi; ma i tempi corrono troppo veloci e le donne ancora di più. 

1989. Ariel vuole vivere in un altro mondo, il padre glielo impedisce. Per ottenere quello che vuole baratta addirittura la propria voce con la strega del mare; la voce, strumento fondamentale per comunicare chi è, cosa vuole. Ariel seduce il principe non grazie alle sue parole, quindi, non grazie al suo pensiero, ma solo attraverso la propria bellezza, da cui lui è in effetti folgorato. Per Eric, Ariel è solo un corpo, un involucro da riempire come meglio crede. È la fine degli anni 80, Bret Easton Ellis ha scritto “American Psycho”, il romanzo che più di tutti racchiude la follia di quegli anni, i corpi duri delle femmine che frequentano i privè dei locali, delle modelle che dominano la scena e che diventano protagoniste assolute di quell’epoca, icone più che persone. Ariel è la donna che vuole emanciparsi, ma per farlo deve perdere qualcosa. E ciò che perde è la possibilità di raccontarsi, preferendo vendere la propria immagine. 

1991. Ne La bella e la bestia, Belle sogna moltissime avventure e tante ne avrà con quella bestia che riscopre la propria umanità: Belle trasforma la bestia in un uomo, ha una funzione trasformatrice e rigeneratrice e vivrà le sue bramate avventure. Insieme a lui. Sono passati pochi anni da La Sirenetta, adesso il mostro non è più lei, donna con la coda di pesce, ma lui. La femmina umana deve, con la forza dell’amore, trasformare il maschio bestiale in un uomo capace di convivere con gli altri, con la donna che ama e infine con sé stesso. È la prima volta che la donna assume questo ruolo, ma è ancora troppo presto per parlare di emancipazione. Stessa parabola di Vivian, che sulla Hollywood Boulevard viene caricata da Edward Lewis; lei prostituta, lui ricchissimo uomo d’affari poco a contatto con i propri sentimenti. Grazie a lei lui scoprirà la vulnerabilità del cuore, grazie a lei lui diventerà un uomo migliore. Non c’è più il principe che salva dal sonno perpetuo, ma la principessa che migliora il carattere scontroso del principe. 

1995. Pocahontas vive bene fra il suo popolo, ma vuole conoscere altro, nuovi mondi, nuove idee e speranze. Deve sposare Kokuun, ma Kokuun è noioso e la riporta sempre dove è già stata. John Smith le apre nuovi varchi, ma una volta aperti lei decide di non entrarci: raccoglie ciò che Smith le ha insegnato e rimane fra i suoi fiumi e i suoi boschi. Pocahontas decide con chi stare e dove stare, nessuno può impedirle di navigare il fiume. Non dipende da nessun uomo e nessun uomo dipende da lei: lei lascia che John Smith parta come d’altra parte John Smith lascia Pocahontas nella sua terra, senza desiderare di portarla con sé né di restare. È il primo, importantissimo passo, verso la libertà e l’indipendenza. Inglese come John Smith anche Lady Diana ha scelto l’indipendenza, ha abbandonato il suo principe e deciso di rimanere nel proprio territorio, ovvero in quel luogo dove lei poteva riconoscersi senza che le regole altrui le impedissero di esercitare la propria libertà. 

1998. Mulan non vuole seguire le tradizioni della propria famiglia: non vuole sposarsi, non vuole badare alla casa; decide di travestirsi da uomo e e si arruola nell’esercito, dove si innamora del generale. Ancora una volta una donna che si emancipa dal ruolo che altri avevano scelto per lei e si libera a tal punto dai cliché che non trova sconveniente innamorarsi, non crede che una relazione con un uomo possa sottrarle quella libertà duramente conquistata. Mulan appartiene a sé stessa ma appartiene anche all’amore, da cui non fugge. Nel 1998 le donne hanno conquistato molti spazi, non sono più relegate in casa, non sono più trofei da esibire: lavorano, formano famiglie insieme agli uomini e le lasciano quando non le rendono più felici. L’amore non le salva, è solo un felice corollario. 

2012. Merida esclama la potente frase “Io sono Merida e combatterò per ottenere la mia mano”. La prima principessa single e fiera di esserlo. Sono gli anni in cui una donna può esistere anche senza un uomo. 

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