Si dice che chi le ha strette è una persona cattiva. In effetti, esistono labbra talmente strette che quasi scompaiono, risucchiate dal volto. Carne fagocitata dall’interno, quasi qualcosa voglia suggerire di non parlare, non baciare, rinunciare alla sensualità. Chi ha paura, chi ha rinunciato alla felicità, contrae le labbra, gli angoli piegati all’ingiù, improvvisamente private del loro turgore. Anche il colore è strettamente connesso all’emotività: labbra rosse cariche di sangue appartengono a individui sensuali, sessualmente sani, espansivi e generosi. Una bocca che ha perso colore e tono, ha perso gran parte della vitalità.

Non è un caso che le persone si scelgano anche in base alle labbra: le donne lo sanno bene, e pittano di rosso la loro protuberanza carnosa. Quando gli ormoni sono al massimo, nel mezzo di un amplesso o durante un corteggiamento, le labbra delle donne si gonfiano e si colorano come i piumaggi di certi pennuti nel periodo dell’amore. La bocca di una donna sessualmente frustrata, evidentemente, non gode degli stessi vantaggi.

Ma perché gli esseri umani, a differenza di tutte le altre specie viventi, esibiscono labbra più grandi ed espressive? Facile: per comunicare. Eppure, secondo studi recenti, pare che l’evoluzione stia portando l’umanità a esibire labbra sempre più grosse e orecchie sempre più piccole. Insomma, più chiacchiere e meno ascolto.

Ma la magia delle labbra prescinde persino dalla parola, dal suono. Labbra serrate e mute hanno la capacità di “dire” più delle parole. Non stupisce: il corpo parla e nelle sue parole nessuna menzogna.

Il mio amico Giovanni sostiene che le labbra sono l’unica parte del viso in grado di dare e di ricevere in egual misura. Questo perché la bocca è uno dei pochi componenti del nostro corpo a rispondere a un preciso comando, guidate da una volontà. Mentre le orecchie, gli occhi e il naso devono essere usati per forza anche quando non vogliamo, grazie alle labbra godiamo del privilegio unico di decidere se e quando parlare, se e chi baciare. Le labbra, sì, sanno come adoperare il libero arbitrio.

Eppure negli ultimi vent’anni tutto l’amore che andava offerto alle labbra è stato selvaggiamente cacciato dall’ansia di un’eterna giovinezza. Se teniamo fede a quanto sopra detto, un’attività ormonale vivace è dichiarata da labbra sporgenti e polpose. Quando l’età avanza e gli ormoni perdono forza è fisiologico che le labbra siano le prime ad accusare l’infelice colpo. Ma le donne non si arrendono, e sono disposte a deturpare il loro viso solo per dimostrare che, volendo, riescono ancora a essere amanti appassionate. Bisognerebbe che le donne più vecchie e sagge educhino le giovani a prestare delicata cura alle loro labbra, per evitare in futuro orribili rigonfiamenti. Intanto assumere ormoni in modo naturale: seguire una buona dieta e integrarla con piante magiche per gli ormoni femminili come la salvia o la maca delle ande. Non si potranno avere labbra da bambolina per tutta la vita, ma è garantito che la loro prosperosa gioia durerà per più anni. Non è certo vietato impedire al tempo di avanzare tanto velocemente, piuttosto è assai triste ritrovarsi a cinquanta anni con una bocca che non è la propria e che riferisce messaggi ingannevoli: a un certo punto si smette di essere instancabili leonesse.

Non è educato soffermarsi troppo sulle analogie della bocca con l’altra parte dolce del corpo femminile: se immaginate la labbra di una donna in verticale a voi sono aperti tutti i suoi segreti. Ma l’analogia più bella è quella fra labbra e capezzoli: condividono lo stesso colore e la stessa morbidezza.

Io non amo le mie labbra. Mi lasciano parecchio indifferente. Le uso poco per parlare e bacio solo nel privato fra le mie mura. Le mordo ripetutamente in eccessivi attacchi d’ansia. Le coloro. Ci gioco. Ma poi me ne dimentico.

Per questo le mie orecchie sono gigantesche.

 

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