“Scusami sono andato via presto, eri troppo bella per essere svegliata”.

Il bigliettino era stato lasciato sopra il tavolo, dove potessi vederlo.

Abbassai gli occhi, imbarazzata.

Gli effetti prodotti da un complimento non passano mai inosservati, sono sempre estremi, perché vanno a toccare quei due punti diametralmente opposti che sono piacere e fastidio. Il complimento fatto da un uomo che piace a una donna non può che produrre, ovviamente, soddisfazione. Ma se a rivolgere l’apprezzamento è uno sconosciuto poco attraente, sgraziato, quelle stesse parole diventano motivo di grande fastidio. Pare che un uomo possa essere legittimato a esprimere un giudizio solo dalla propria bellezza. Se sei brutto, insomma, non sei autorizzato a dire che io sono bella. Tutto questo appare criminale in un tempo, questo, in cui viviamo una profonda carestia sentimentale. Di uomini che rivolgono complimenti alle donne ce ne sono sempre meno e quelli che resistono, dicono, sono già tutti sposati. Sarebbe molto gratificante se i complimenti fossero accompagnati da gesti di cavalleria oggi più rari delle farfalle in città, ma anche in questo caso gli ultimi cavalieri sono già stati tutti presi.

Noi donne non siamo mendicanti di complimenti, non attendiamo che qualcuno ci nutra di belle parole come uccellini con il becco spalancato. Abbiamo imparato a fare senza, abbiamo imparato a farceli davanti allo specchio o a scambiarli fra amiche come da piccole scambiavamo le caramelle. Abbiamo cominciato a credere che aspettare complimenti dagli uomini ci avrebbe reso nevrotiche, insoddisfatte e fragili. Non possiamo dunque non rimanere spiazzate quando un uomo ci dichiara il suo apprezzamento. Reagiamo con eccessivo entusiasmo oppure con disprezzo, ma non rimaniamo mai indifferenti. Perché quel complimento va a commuovere quelle parti molli che la nostra disillusione va sempre più indurendo, quelle parti che sono la nostra effettiva, reale, immortale bellezza. E allora penso sia il caso di lasciarsi commuovere, di abbandonare sciocche difese e resistenze, lasciarsi dire anche da un uomo detestabile che siamo belle, piacevoli, amabili. Se rinunciamo a questo uccidiamo il desiderio tenendo in vita solo la pornografia. I rischi sono già altissimi, perché perseverare?

Barack Obama non è certo un uomo detestabile. E’ bello, sexy, elegante e se avessi il suo numero glielo direi a voce, anche a rischio di non essere ricambiata (magari mi direbbe, come fece un uomo una volta, “tu non sei né bella né brutta, sei un tipo” –ah fiumi di lacrime!). Perché è stata sollevata tanta polvere, perché è stato accusato di sessismo? Quale disgrazia cade su una donna quando qualcuno le fa notare che è bella? Perché gli insulti sono legittimati più di un complimento? Perché a una donna si può dire che è grassa, più bella che intelligente, di facili costumi, bassa, senza seno, scatenando l’ilarità generale?

Dire a una donna che è bella è un atto di coraggio e accettare un complimento è una dimostrazione di grazia. Dirlo a un uomo, è elegante così come lo è mandargli dei fiori.

Sarebbe un mondo ottimo quello in cui anche gli uomini riusciranno a farsi i complimenti gli uni con gli altri. Perché la bellezza non sempre ha a che fare con l’eros e l’eros, quasi mai, ha a che fare col sesso.

Pubblicato il: 05/2013

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0 thoughts on “La bellezza – Il Giornale Commenti

magnifica la foto delle donne in volo tra le nuvole. Bella anche la ragazza, o almeno il suo occhio apre la strada del piacere e lo specchio sta per l’immaginazione. Il complimento? di solito dà anche un’ansia rapida che sia troppo breve, fuggitivo, che non si sappia fare in modo che si ripeta, cioè che ne vengano altri,tanti quanti comunque non basterebbero mai per dare quiete beata.E’ una briciola per il passerotto, che comunque non può smettere di aver fame…

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Guardo di nuovo la tua galleria e non posso non dirti che sei bella.
Molti te lo avranno detto.
Ma io te lo dico piu’ forte, che sei bella, anzi bellisima.
Per me sei la piu’ bella di tutte.
Ti seguo da anni.
Cerco tutte le tue apparizioni.
Leggo tutto quello che scrivi.
Ti inseguo in rete.
Non so se nella tua vita ti sia mai capitata una cosa simile.
Di vedere in viso una persona, sentirla parlare, ragionare, ridere, e sentire qualcosa che si accende e brucia dentro.
Non e’ una cosa razionale.
E’ qualcosa di emozionante, che risveglia l’inconscio, che prende l’anima.
E’ il sentire una affinita’ elettiva, una cosa rara, che a qualcuno potrebbe non accadere mai.
E’ innamorarsi.
E quando quella persona e’ una utopia, una presenza virtuale e mai reale, lontana e irraggiungibile, allora quell’amore sara’ per sempre.
Rimarrà un sentimento allo stato puro, che non si consumera’ col contatto quotidiano, col dialogo, con la fisicità.
Tra uno, dieci, cento anni riguardero’ ancora la tua galleria e’ scopriro’ di avere amato una idea di donna e di continuare ad amarla ancora.
Una donna ideale di nome Melissa.

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Melissa
Panarello

Scrittrice, agente letterario e altre cose.
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BIO

Nata a Catania nel 1985. Oltre ai suoi libri ha scritto e interpretato i podcast Love Stories, di cui esistono tre stagioni, C’era una volta e c’è ancora e Pornazzi per Storielibere. Collabora regolarmente con La Stampa, Tuttolibri e Specchio, dal 2011 ha una rubrica di astrologia sul settimanale Grazia. Nel 2020 ha fondato l’agenzia letteraria PAL / Piccola Agenzia Letteraria. Il suo ultimo libro, “Storia dei miei soldi”, è stato candidato al Premio Strega 2024.

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